La linea blu del carter delle pensiline scivola verso l’orizzonte e scompare in direzione dei monti separando il cielo dalla terra.
L’atto del progettare deve necessariamente confrontarsi con la storia dei luoghi, delle esperienze e delle consuetudini.
Il nuovo Centro Agroalimentare rappresenta l’ulteriore evoluzione di un’attività che si è modificata con il trascorrere del tempo per esigenze di funzioni e di spazi, per valori culturali e contenuti economici.
La sua architettura oscilla tra la rappresentazione di una realtà imprenditoriale ed economica di grande importanza ed il desiderio di considerare prioritario il contenuto culturale del rapporto individuale, della contrattazione e dello scambio delle merci, inseriti in uno spazio con il quale l’uomo possa rapportarsi, riconoscendosi e ritrovandosi.
La Storia
Nel corso del tempo, la città di Torino ha sentito forte anche il bisogno di crescere in una moltitudine di attività economiche, in particolare verso la creazione dei mercati quale sbocco inevitabile di tanto dinamismo.
In effetti, dai primi embrioni di aree di aggregazione commerciale, nasceva via via la spinta al loro accrescimento dimensionale, ove dare migliore risposta alla produzione da un lato e ai consumi dall’altro: le aree mercatali.
Nel 1928 il Comune di Torino con notevole lungimiranza stanziò l’incredibile cifra, per quei tempi, di lire 10.600.000 per costruire il nuovo Mercato Ortofrutticolo della città.
La costruzione del mercato partì nel Natale del 1931 e nel 1933 venne inaugurato il Mercato Ortofrutticolo di Via Giordano Bruno. Rimase operativo e funzionante, per ben 68 anni fino al gennaio 2002.
La popolazione continuava a crescere e una volta era giunto il momento di spostarsi dove le aree libere consentissero la realizzazione di un nuovo e più grande Mercato Ortofrutticolo.
Siamo alla metà degli anni 80 e lo Stato Italiano, decideva di mettere a disposizione 1.000 miliardi di lire per la realizzazione dei nuovi Centro Agro Alimentari italiani, affinché le Città che ne sentivano il bisogno si potessero dotare di nuove e più evolute strutture mercatali, tecnicamente all’avanguardia.
Il 40% del costo dell’opera a carico dello Stato mentre il 60% spettava agli Enti di ambito locale e ai privati di ogni singola città interessata che presentava un progetto da far finanziare.
Il Comune di Torino accettò la sfida.
Il 27 novembre 1989 nasceva così la Società CAAT S.c.p.A., acronimo che sottintende a “Centro Agro Alimentare di Torino Società Consortile per Azioni”.
Questa Società, il giorno 07 luglio 1995 faceva partire le opere di preparazione ed allestimento del cantiere. Iniziava così la complessa costruzione di quello che presto sarebbe diventato a livello dimensionale il terzo Centro Agro Alimentare d’Italia.
Il giorno 21 gennaio 2002 è di quelli che per noi non si dimenticano. Le Imprese Grossiste, i Produttori Agricoli, le Imprese di Servizio, i Fornitori ed i Clienti che lavoravano in via Giordano Bruno da più di 60 anni si trasferirono nella nuova struttura che venne così consegnata nelle loro mani.
Qualcuno potrebbe forse dire che la costruzione e la partenza di questo Centro Agro Alimentare abbiano richiesto molti anni rispetto al tempo necessario per far partire il vecchio e glorioso Mercato di Via Giordano Bruno. E’ vero, ma guardiamo insieme i numeri di CAAT S.c.p.A. poiché sono di quelli che fanno impressione e senza ulteriori commenti spiegano molte cose:
(C.A.A.T. La Storia, EFA News, Manzoni People OdV, Torino Magazine)