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Materima – Materia Anima Arte

Spazio Espositivo a Casalbeltrame (VC) presso la Villa Bracorens (Sec. XVIII) dei conti di Savoiroux.

Materia Anima Madre

Quando apri il portoncino che sta accanto al cancello sei Alice che entra nel Paese delle Meraviglie, il palazzo Bracorens circondato dalle case dei mezzadri, fienili e stalle, diventati un luogo inaspettato, duemila metri quadrati di spazi dedicati all’arte con il contrappunto di un secolare ginkgo biloba, che nel periodo autunnale rischiara il giardino ombroso con la sua grande chioma dorata.

La Regina di Cuori di Alice è la scultura, la grande scultura italiana prima di tutto, opere di artisti come Floriano Bodini, Marino Marini, Giacomo Manzù, Augusto Perez, Arnaldo e Giò Pomodoro, Giuliano Vangi, Piergiorgio Colombara, Francesco Messina e poi molti, moltissimi altri, centinaia di opere raccolte in quaranta anni di lavoro.
Una trasformazione/creazione voluta e realizzata da Nicola Loi, solitario e gentile mercante e mecenate, con la convinzione di dover creare spazi di conservazione ed esposizione, ma anche incubatori dove far lavorare artisti più o meno noti, dove far incontrare energie e idee.

Materima è crasi istintiva per i molti significati della materia plasmata.
Nasconde e rivela la phoné di Carmelo Bene.

 

Soffio asincrono. Soffio di-veto, di-vento soffio, timbro-tono, alone sconcerto della forma, carne senza concetto, amplificazione, disarticolazione, (sp)ossesso, disindividuazione

 

e poi ancora

 

il destino d’ogni opera d’arte non è nell’opera, è arte all’opera. È il prodursi dell’artista che trascende l’opera

 

Crolla lo stereotipo della scultura arte statica, muta, da ammirare senza interloquire, Nicolas Bourriaud qui parlerebbe di “un’arte che assume come orizzonte teorico la sfera delle interazioni umane e il suo contesto, piuttosto che l’affermazione di uno spazio simbolico autonomo e privato”.

L’alternarsi di spazi dedicati alla pura esposizione e spazi che sono di volta in volta magazzino, luogo di restauro, luogo di transito, luogo di lavoro, imballo, stanza dei cataloghi, evocano tutta l’utopia dell’arte d’avanguardia del Novecento dai Futuristi a Duchamp e via via da Beuys a Vaccari, da Kaprow al Fluxus, dall’Internazionale situazionista a Gina Pane, i cambiamenti nel rapporto tra artista e pubblico qui lo trovi racchiuso come in uno scrigno di cristallo, fatto di sensazioni: ancora Materia Anima e Madre.

Materima é arte di strada, una strada metafisica che collega la realtà museale ad una performance dell’esperienza estetica.

 

Artista è il mercato, artista è il mercante.

 

Senza mercato non esiste opera, non ci sono le cose che fanno dell’opera un’opera d’arte.
Il mercato nel passato era il Principe, oggi è il collezionista.

Materima è Italia, in Italia, l’Italia che non ha smarrito il senso dell’ ”ar”, produrre, “andare verso”.

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